
Le immagini incise dell’ultimo periodo di Picasso, non diversamente dai dipinti, seguono un costante andamento di rigenerazione del segno, riconoscibile sempre, icona stessa del fare pittura e metodo creativo.
A novant’anni Picasso continua a creare energicamente dipinti, disegni giubilatori o incisioni dove l’intera iconografia è fatta di autotrionfalismo da "festa spagnola", di autoironia mostrando se stesso come vecchio esuberante, moschettiere dai cappelli con le piume, spettatore e il più delle volte protagonista di intrighi erotici gagliardi che sono evidente testimonianza di una sua incessante energia.
Un giorno, in un atelier, Picasso disegna un toro impeccabilmente classico e somigliante. Dopo ben dieci metamorfosi, del toro resta soltanto una linea. L’incisore che sta guardando racconta: “Quello che non riesco a capire è che lui ha finito dove avrebbe dovuto cominciare”! E invece lui cercava il suo toro. E per giungere al suo toro fatto di una sola linea era passato attraverso tutti quegli altri dieci tori. E vedendo quell’unica linea, non si riesce a immaginare tutto il lavoro che c’è stato. Questo aneddoto illustra in un certo senso tutto l’itinerario artistico di Picasso.
Quando , ormai vecchio , si reca a una mostra di disegni di bambini, esclamò: “ Alla loro età , disegnavo come Raffaello ; mi ci è voluta una vita per imparare a disegnare come loro”.